Iper ammortamento 2026: come funziona la nuova maggiorazione del costo
- Studio Brandi
- 24 nov
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Il disegno di legge di Bilancio 2026 reintroduce un sistema di maggiorazione del costo dei beni strumentali che richiama il vecchio iper e super-ammortamento, ma con logiche profondamente diverse rispetto al credito d’imposta degli ultimi anni. La misura torna all’impianto originario degli ammortamenti maggiorati: il beneficio fiscale consiste nell’aumentare il valore deducibile del bene ai fini delle imposte sui redditi. Ne deriva una forma di incentivo più diretta e strutturale, legata alla base imponibile, che si distribuisce lungo l’intera vita utile dell’investimento.

L’agevolazione riguarda gli investimenti realizzati da imprese soggette a IRES e IRPEF, effettuati in beni materiali e, in parte, immateriali con caratteristiche tecnologiche avanzate. Il beneficio si applica esclusivamente ai beni nuovi, ordinati con accettazione da parte del fornitore entro il 31 dicembre 2026, previa corresponsione di almeno il 20 per cento del costo complessivo, e consegnati entro il 30 giugno 2027. Sono esclusi i soggetti in liquidazione, quelli sottoposti a procedure concorsuali o destinatari di interdittive ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Il legislatore distingue due famiglie di investimenti: i beni 4.0 e i beni orientati alla transizione energetica. Per ciascuna categoria sono previste fasce differenziate di maggiorazione, proporzionali all’entità dell’investimento. La logica è quella di premiare maggiormente gli investimenti iniziali, pur mantenendo un incentivo anche per importi elevati. Ne risulta una struttura modulare, riassunta nella griglia seguente.
Tipologia investimento | Fascia di importo | Maggiorazione costo | Condizioni temporali | Requisiti tecnici |
Beni materiali 4.0 | Fino a 2,5 milioni | 180% | Ordine accettato entro 31.12.2026, acconto 20%, consegna entro 30.06.2027 | Interconnessione |
Beni materiali 4.0 | 2,5 – 10 milioni | 100% | Stesse condizioni | Interconnessione |
Beni materiali 4.0 | 10 – 20 milioni | 50% | Stesse condizioni | Interconnessione |
Investimenti green e transizione energetica | Fino a 2,5 milioni | 220% | Stesse condizioni | Riduzione consumi del 3% su impianto o 5% sul processo |
Investimenti green e transizione energetica | 2,5 – 10 milioni | 140% | Stesse condizioni | Riduzione consumi |
Investimenti green e transizione energetica | 10 – 20 milioni | 90% | Stesse condizioni | Riduzione consumi |
Il ritorno alla maggiorazione del costo porta con sé due conseguenze operative. La prima è che l’incentivo non è più immediato come un credito d’imposta compensabile, ma si sviluppa attraverso la deduzione aggiuntiva delle quote di ammortamento negli anni. Questo richiede che l’impresa pianifichi l’investimento in un’ottica di medio periodo e valuti non solo il beneficio nominale, ma anche il suo impatto sul carico fiscale futuro, sul rendimento dell’investimento e sulla sostenibilità finanziaria.
La seconda conseguenza è che la documentazione tecnica torna ad avere un ruolo centrale, in particolare per i beni 4.0 dove è richiesta l’interconnessione, e per i beni green, dove è necessario dimostrare la riduzione dei consumi energetici. Il decreto attuativo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy definirà le modalità di rilevazione dei requisiti e le certificazioni necessarie. Per questo è opportuno adottare un approccio prudente: ogni investimento agevolato dovrà essere progettato, descritto e documentato con estrema precisione. La cumulabilità con gli altri incentivi è prevista ma subordinata al principio fondamentale del diritto europeo: nessuna spesa può beneficiare due volte del medesimo vantaggio fiscale. Sarà quindi necessario valutare caso per caso la compatibilità con le misure regionali, con gli aiuti di Stato notificati o con altri strumenti di riequilibrio finanziario previsti nel quadro 2025-2026. In sintesi, la nuova disciplina rappresenta una leva importante per le imprese che intendono rinnovare il parco macchine, accelerare la digitalizzazione o investire in autosufficienza energetica. È però una misura che richiede logica, pianificazione e coerenza. Non basta sostenere la spesa: occorre costruire un progetto industriale solido, programmare i flussi di cassa, verificare la sostenibilità nel tempo e preparare tutta la documentazione necessaria per superare eventuali controlli.
Una misura come l’iper ammortamento 2026 non va semplicemente “utilizzata”, ma progettata: richiede ordine, documentazione tecnica, pianificazione dei flussi e coerenza con la strategia dell’impresa. Se stai valutando un investimento o vuoi capire come integrare l’agevolazione nel tuo piano fiscale e finanziario, possiamo accompagnarti passo dopo passo, verificando requisiti, tempistiche e sostenibilità.
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Fonti:
Disegno di Legge di Bilancio 2026 – testo presentato dal Governo alla Camera dei Deputati
Relazione illustrativa al Disegno di Legge di Bilancio 2026
Dossier Servizio Studi Senato – Sezione dedicata alle misure fiscali e agli incentivi agli investimenti
DPR 917/1986 (TUIR), articoli 102 e 103 relativi agli ammortamenti
Decreto attuativo MIMIT in corso di predisposizione




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